LAVORO INTERMITTENTE

Si tratta di un contratto, anche a tempo determinato, mediante il quale un lavoratore si pone a disposizione di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione lavorativa in modo discontinuo o intermittente.

Possono ricorrere al lavoro intermittente le aziende che:

  • svolgono attività discontinue o intermittenti, nelle ipotesi stabilite dal CCNL o ai sensi del

Regio Decreto n. 2657/1923;

  • assumono giovani che non hanno ancora compiuto 25 anni;
  • assumono lavoratori con più di 55 anni, anche pensionati;
  • utilizzano le prestazioni in periodi predeterminati nell’arco della settimana, del mese o dell’anno ai sensi di quanto previsto dal contratto collettivo.

Il contratto di lavoro intermittente è stipulato in forma scritta ai fini della prova e deve contenere, quali elementi essenziali:

  • durata e ipotesi, oggettive o soggettive, che consentono la stipulazione del contratto;
  • luogo e modalità della eventuale disponibilità e del relativo preavviso di chiamata del lavoratore che non può essere inferiore a un giorno lavorativo;
  • trattamento economico e normativo;
  • forme e modalità della chiamata e di rilevazione della prestazione;
  • tempi e modalità di pagamento della retribuzione e, se si preferisce, l’indennità di disponibilità il cui importo viene determinato dai CCNL di riferimento e risulta:
  • esclusa dal computo di ogni istituto di legge o di contratto collettivo;
  • assoggettata a contribuzione previdenziale per il suo effettivo ammontare, in deroga alla normativa in materia di minimale contributivo.

 

 

Fonte one lavoro

CUNEO FISCALE 2023

INPS ha fornito ieri nella circolare 7 2023 le istruzioni per l’applicazione dell’esonero contributivo a favore dei lavoratori dipendenti da datori di lavoro privati

Un taglio del 4 %  al cuneo fiscale, per il periodo 1 luglio -31 dicembre 2023, attraverso  l’esonero parziale dai contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti, che quindi :

  • per quelli con reddito fino a 35mila euro arriva al 6% complessivo
  • per quelli con reddito fino a 25mila euro arriva al 7%  della retribuzione imponibile; 

WELFARE AZIENDALE: COME STA CAMBIANDO CON LE NOVITA’ DEL LAVORO

Il welfare aziendale è diventato un’importante parte delle politiche aziendali, non solo come riconoscimento per i dipendenti, ma anche come elemento distintivo tra le aziende.

Se il welfare aziendale un tempo era visto come “eventuale” e premiale, un riconoscimento verso i lavoratori e anche una forma integrativa della retribuzione, oggi le politiche di welfare sono diventate strutturali e fanno parte delle condizioni lavorative che vengono garantite ai collaboratori e dipendenti in azienda

Sempre più spesso i lavoratori decidono per un’azienda, piuttosto che per un’altra, non più solo per la base retributiva, ma ancor di più per le politiche di welfare aziendali che garantiscono flessibilità, sicurezza, possibilità di crescita e, più in generale, benessere al lavoro e nella carriera. E’ per questo che
l’iniziativa welfare deve essere condivisa con i dipendenti attraverso un piano strutturato e delle azioni, anche formative, dedicate, per renderli consapevoli non solo delle funzionalità, ma soprattutto dei vantaggi fiscali.

Attuare un piano welfare, riduce inoltre il cuneo fiscale sia per l’azienda che per il dipendente.

ECCO IL PORTALE CHE INCROCERA’ DOMANDE E OFFERTE

Il Ministero del Lavoro sta realizzando il sistema informativo Siisl che concluderà la fase di test entro l’estate: prima della chiusura dell’anno sono stimate 400mila registrazioni

 

Si chiama “Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa” la nuova piattaforma introdotta dal decreto Lavoro (all’articolo 5), con la sfida ambiziosa di iniziare ad aggredire un mismatch tra domanda e offerta. 

 

L’obiettivo del Siisl è creare un sistema di comunicazione tra Regioni, Comuni, Agenzie Per Il Lavoro e Ministeri competenti per far dialogare tra loro le banche dati dei soggetti accreditati al sistema sociale e del lavoro.

 

La piattaforma, spiegano dal ministero guidato da Marina Calderone, nasce per rispondere ad un’esigenza contingente: l’attuazione delle nuove norme su Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro (che sostituiranno il Reddito di cittadinanza). Il ministero del Lavoro ha però in mente un progetto più ampio con un approccio evolutivo, anche rispetto all’infrastruttura: oggi un’architettura informatica non frazionata che velocizzi la presa in carico dei beneficiari dei nuovi strumenti previsti dal decreto Lavoro; domani un sistema in grado di rispondere al mercato del lavoro contemporaneo nel suo complesso, con la possibilità di personalizzare la disponibilità anche a livello geografico. I dati delle persone registrate sulla piattaforma, dopo l’autorizzazione, saranno visibili su tutto il territorio nazionale e consultabili da tutti i soggetti accreditati, che potranno così intercettare le competenze di cui hanno bisogno.

BONUS FINO AL 60% PER ASSUMERE NEET

Per favorire l’assunzione di ragazzi tra i 15 e i 29 anni, il decreto lavoro (Dl 48/2023) istituisce un incentivo ai datori, valido per le assunzioni effettuate dal 1° giugno al 31 dicembre 2023, pari al 60% della retribuzione mensile lorda.

Il bonus vale per 12 mesi.

Requisiti:

  • età sotto i 30 anni,
  • assunzioni con contratto a tempo indeterminato, anche per somministrazione e con apprendistato professionalizzante o di mestiere
  • non essere inseriti in corsi di studio o formazione
  • essere registrati al Programma operativo nazionale «Iniziativa occupazione giovani».

Come richiederlo?

I datori di lavoro dovranno chiedere il bonus all’Inps, in via telematica, e lo percepiranno tramite conguaglio nelle denunce contributive mensili.

Le domande saranno considerate dall’Inps in base all’ordine di presentazione e fino a esaurimento delle risorse disponibili.

Il nuovo incentivo sarà cumulabile con il bonus contributivo per assumere giovani under 36 e con altri esoneri o riduzioni delle aliquote già previste da altre disposizioni: in caso di cumulo con altre misure, l’incentivo «Neet» scenderà al 20% della retribuzione mensile lorda, per ogni giovane assunto.

La copertura prevista dal decreto è di 80 milioni di euro per il 2023 (da ripartire fra le Regioni con un decreto dell’Anpal) e di 51,8 milioni per il 2024.

 

Fonte il sole 24 ore

AVVISO DESTINAZIONE SARDEGNA LAVORO 2022

L’Assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato l’Avviso Destinazione Sardegna Lavoro 2022 per sostenere le imprese operanti nel settore turistico (individuate nell’ Allegato A dell’Avviso), attraverso l’erogazione di un aiuto sotto forma di sovvenzione, parametrata sulla retribuzione mensile lorda dei neo assunti giovani al di sotto dei 35 anni di età e disoccupati di lunga durata (di età superiore ai 35 anni), in particolare donne.

La dotazione finanziaria ammonta a complessivi 17.842.000,00 euro.

I destinatari delle assunzioni potranno essere:

  • Giovani under 35: giovani di età inferiore ai 35 anni (34 anni e 364 giorni);
  • Disoccupati over 35: disoccupati ai sensi del D.Lgs. 150/2015 e ss.mm.ii, di età superiore ai 35 anni;
  • Donne over 35: donne di età superiore ai 35 anni.

L’Aiuto consiste in una sovvenzione alle imprese per le assunzioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2022 fino al 31 Dicembre 2022 ed è rivolto alle seguenti tipologie contrattuali:

  • contratto a tempo determinato della durata di almeno un mese;
  • contratto a tempo indeterminato a tempo pieno;
  • contratto a tempo indeterminato a tempo parziale

La presentazione delle domande verrà effettuata all’interno del Sistema Informativo del Lavoro e della formazione Professionale (SIL) all’indirizzo: www.sardegnalavoro.it

Le domande verranno presentate a partire:

  • dalle ore 10:00 del 29 maggio 2023 e fino alle ore 23:59 del 12 giugno 2023 per il target under 35
  • dalle ore 10:00 del 30 maggio 2023 e fino alle ore 23:59 del 13 giugno 2023 per il target over 35

L’ordine cronologico di invio telematico delle domande costituisce unico elemento di priorità nell’assegnazione dell’Aiuto, nei limiti delle risorse complessivamente disponibili.

DISCIPLINA DEL CONTRATTO DI LAVORO A TERMINE

L’art. 24 del DL 4 maggio 2023 n. 48  ha modificato sostanzialmente la regolamentazione dei contratti di lavoro a tempo determinato previsto nel D.Lgs. n. 81/2015.

Cosa cambia?

  • Fino al 4 maggio 2023, al contratto di lavoro poteva essere liberamente apposto un termine finale superiore a 12 mesi e non eccedente i 24 mesi, a condizione che ricorresse una delle seguenti causali:
  1. esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, ovvero esigenze di sostituzione di altri lavoratori;
  2. esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria;
  3. sostituzione di altri lavoratori.
  • A partire dal 5 maggio 2023 le condizioni sono:
  1. per la sostituzione di altri lavoratori (come, peraltro, già previsto).
  2. nei casi previsti dai contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale;
  3. tramite “contratti collettivi applicati in azienda” o “accordi fra le parti del contratto individuale di lavoro “ ma con due limiti:
  1. la sottoscrizione degli accordi potrà essere esercitata entro il 30 aprile 2024.
  2. potranno essere superati i 12 mesi fino a 24 ma solo “per esigenze di natura tecnica organizzativa o produttiva individuate dalle parti”.

NUOVE MISURE SUI CONTRATTI DI LAVORO

È in vigore dal 5 maggio il Decreto Lavoro (D.L. n. 48/2023) nel quale il Governo, intervenendo nella disciplina introdotta dal Decreto Trasparenza, ha stabilito che non sarà più necessario indicare nel contratto analiticamente tutti i dati inerenti il rapporto lavorativo. Di seguito indichiamo alcuni dei punti su cui si è intervenuti:

  • le mensilità previste dal contratto collettivo nazionale;
  • l’orario di lavoro a tempo pieno e la sua distribuzione;
  • termini e modalità di pagamento delle retribuzioni;
  • indicazione degli enti e degli istituti che riguardano i contributi previdenziali e assicurativi

Si precisa che, in merito agli obblighi informativi, il datore di lavoro consegnerà la scheda sintetica del contratto collettivo nazionale, territoriale e aziendale, nonché gli eventuali regolamenti aziendali applicabili al rapporto di lavoro, mediante pubblicazione sull’app z-connect e metterà a disposizione, in formato cartaceo, gli stessi documenti presso l’azienda.

Sarà tenuto ad informare il lavoratore dell’utilizzo dei sistemi di comunicazione integralmente automatizzati ai fini della gestione del rapporto di lavoro.

NASPI 2023

NASpI 2023: Ecco cosa cambia

 

la NASpI è una misura di sostegno al reddito concessa a chi ha perso involontariamente il lavoro.

A CHI SPETTA LA NASpI  2023

  • Lavoratori dipendentiche hanno perso involontariamente il lavoro;
  • apprendisti;
  • dipendenti pubbliciassunti con contratto di lavoro a tempo determinato;
  • soci di cooperative, se in rapporto di lavoro subordinato all’interno delle stesse;
  • personale del mondo dello spettacolo assunto con contratto di lavoro subordinato;
  • operaiagricoli a tempo indeterminato

 

A chi non spetta?

non hanno diritto all’indennità di disoccupazione:

  • dipendenti della Pubblica amministrazione assunti a tempo indeterminato;
  • operai agricoli a tempo determinato;
  • lavoratori stagionali extracomunitari, ai quali è destinata una specifica normativa;
  • lavoratori che hanno raggiunto i requisiti per richiedere il pensionamento di vecchiaia o anticipato;
  • lavoratori titolari di assegno ordinario di invalidità, salvo non scelgano la NASpI.
  • Licenziamento per giusta causa
  • dimissionari

 

ad eccezione delle:

  • Dimissioni intervenute durante il periodo di maternità,
  • cessazione del rapporto di lavoro su base consensuale, intervenuta

nell’ambito della procedura di conciliazione o a seguito del rifiuto del lavoratore di trasferirsi in una sede troppo distante dalla residenza del lavoratore.

 

Chi può presentare domanda?

  • tutti coloro che hanno perso il lavoro involontariamente e quindi sono in stato di disoccupazione,
  • hanno anche maturato tredici settimane contributive nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

 

Importo NASpI: a quanto ammonta e come calcolarlo

Un’altra importante novità riguarda la riduzione dell’importo dell’indennità a partire da gennaio 2022. Il criterio adottato, infatti, si basa su una riduzione legata all’età anagrafica.

Come presentare la domanda ?

è necessario presentare un’apposita domanda all’Inps entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro in modalità online o in alternativa tramite l’ente di Patronato o Caf

 

NASpI Anticipata e Incentivo all’Autoimprenditorialità 

All’Inps può essere inoltrata la richiesta di riscuotere in un’unica soluzione l’intero importo dell’indennità di disoccupazione spettante.

Si parla in questo caso di NASpI anticipata, che può essere inoltrata solo da chi, avendo perso il lavoro e trovandosi in stato di disoccupazione, intende:

  • avviare una propria attività;
  • avviare un’impresa individuale
  • sottoscrivere una quota di capitale sociale di una cooperativa.

 

In quest’ultimo caso, tra l’altro, l’importo anticipato non è  imponibile ai Irpef, cosa che avviene invece in tutti gli altri casi.

La domanda per la NASpI anticipata va presentata nelle stesse modalità di quella ordinaria. Il termine per l’inoltro è di 90 giorni dalla data di inizio dell’attività o, se l’attività è iniziata durante il rapporto di lavoro dipendente, il cui termine ha dato luogo alla NASpI, entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda di disoccupazione.

Attenzione: qualora il richiedente venisse rioccupato con un contratto di lavoro subordinato nel periodo di spettanza dell’indennità, allora sarà tenuto a restituire l’intero importo.

TICKET LICENZIAMENTO

Il ticket licenziamento è quel contributo che il datore deve versare all’INPS in caso di cessazione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato che danno diritto alla NASpI.

 

Il contributo “ticket licenziamento” è interamente a carico del datore di lavoro e deve essere sempre versato in unica soluzione entro e non oltre il termine di versamento della denuncia successiva a quella del mese in cui si verifica l’interruzione del rapporto di lavoro.

 

Quando spetta il Ticket NASpI?

Il ticket licenziamento, oltre che per i licenziamenti, è dovuto in caso di:

  • dimissioni per giusta causa;
  • dimissioni nel periodo tutelato per maternità;
  • risoluzione consensuale legata a giustificato motivo oggettivo a seguito della conciliazione obbligatoria
  • risoluzione consensuale del rapporto a seguito del rifiuto del lavoratore al trasferimento ad altra unità produttiva distante oltre 50 km dalla sua residenza;
  • mancata trasformazione dell’apprendistato in contratto a tempo indeterminato.

Il suo importo è adeguato annualmente sulla base dei dati dell’inflazione, e per il 2023 ammonta a € 603,10 annuali per un importo massimo pari a € 1.809,3 per il triennio di anzianità.